Il Manifesto SApIE “Orizzonti della ricerca scientifica in educazione. Come raccordare ricerca e decisione didattica” può essere scaricato qui.
(aggiornamento: 09/06/2017)
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Abstract
Il Manifesto SApIE è indirizzato a ricercatori, decisori politici e insegnanti con l’obiettivo di sottoporre all’attenzione i cambiamenti in atto nell’ambito della ricerca educativa e la loro rilevanza rispetto alle decisioni politico-istituzionali e didattiche per la scuola. In particolare, si rivolge ai giovani ricercatori, con l’intento di far loro intravedere orizzonti nuovi per una futura professionalità, scientificamente fondata, nell’ambito della educazione.
Questo documento mette al centro l’istruzione curricolare, non perché questo sia l’unico ambito di interesse, ma in quanto è quello in cui si rende oggi più visibile un impegno crescente volto alla comparazione sistematica e capitalizzazione delle conoscenze. La scuola è al centro dell’interesse per ciò che comporta per il futuro delle nuove generazioni ed è anche, come noto, riconosciuta come una sede primaria delle criticità che sta attraversando il nostro Paese.
Le inadeguate risultanze del sistema scolastico sono oggetto di una polemica che periodicamente si rinnova nei movimenti di opinione e che vede il ripetersi di un cliché consueto: grido di dolore; giustificazionismo; mediazione; mescolanza, conservazione dello status quo. È proprio a fronte a questi fenomeni ricorrenti che ci si deve chiedere cosa ha da proporre la ricerca educativa.
In questo manifesto si sostengono le seguenti tesi:
(1) La didattica, come ambito di ricerca, ha ormai acquisito connotati che la contraddistinguono come una scienza in senso più stretto rispetto ad accezioni tradizionali di “scienza” impiegate nell’ambito dell’Educazione e della Formazione. In linea pur provvisoria avanziamo qui per il settore che si viene profilando la definizione di Scienza dell’Istruzione e dell’Apprendimento (Instructional and Learning Science);
(2) La Scienza dell’Istruzione e dell’Apprendimento assume criteri espliciti e procedure trasparenti per definire il livello di affidabilità assegnabile alle proprie asserzioni;
(3) La Scienza dell’Istruzione e dell’Apprendimento capitalizza i risultati della ricerca e aggiorna lo stato delle conoscenze, distinguendo quelle consolidate, quelle che richiedono ulteriore verifica, quelle promettenti;
(4) La Scienza dell’Istruzione e dell’Apprendimento interagisce in modo assai più forte che in passato con tre ambiti principali: evidence-based education (EBE), scienze cognitive e neuroscienze, pedagogia comparata;
(5) La Scienza dell’Istruzione e dell’Apprendimento non deriva deterministicamente le sue asserzioni da nessuno degli ambiti sopra indicati e dagli altri con cui dialoga; essa si caratterizza per una autonomia progettuale e attuativa, pur esercitata in coerenza con i vincoli e criteri posti dagli ambiti suddetti;
(6) La Scienza dell’Istruzione e dell’Apprendimento deriva fondamentalmente dalla tradizione dell’Instructional Design, arricchita e resa più esigente rispetto alla classica istanza di una progettualità razionalmente impostata, per la possibilità e il vincolo di attenersi a criteri di maggiore affidabilità nelle scelte metodologiche; non è sufficiente un buon disegno progettuale, anche se un buon progetto è una precondizione favorevole. Questo potrebbe comunque non risultare efficace, se poi le scelte metodologiche assunte all’interno del progetto sono sbagliate; il focus si sposta dall’impianto generale del progetto alla selezione delle azioni istruttive, sulla cui efficacia si possiedono oggi maggiori conoscenze, e alla accurata rendicontazione dei risultati.